Ogni settimana rimango sempre più sorpreso dalla risposta a questo gioco/viaggio che ho iniziato.
Scopro la bellezza di alcune persone che avevo appena sfiorato nell’arco di questi anni.
Scopro la leggerezza nel sentir raccontare storie che in realtà sono macigni.
Scopro anche dei posti, dei panorami bellissimi dei quali non ero mai venuto a conoscenza, in luoghi nei quali ho trascorso la maggior parte della mia vita.
Alle volte non c’è bisogno di attraversare un Oceano, basta attraversare la strada.
In settimana ho ricominciato a fotografare l’illuminazione pubblica di Firenze. Sono andato in dei posti che sembravano ai confini della realtà. Però sono contento di aver ricominciato.
Questa settimana ho imparato che non è importante che tutti sappiano dell’arrivo di ospiti; che gli avvocati non sono sempre oscuri; che davvero le cose possono avere sentimenti; che i nomi non sono poi così importanti; che ci si può spogliare di se stessi senza rimanere nudi; che il cambio dell’armadio non ha stagione; che giocare è molto più importante di quello che si dice; che il sorriso infinito esiste davvero; che le donne possono sorridere anche per lui; che gli uccellini possono volare da una cornice all’altra; che gli alieni sono andato al funerale di Mandela; che chi si circonda d’arte mangia meglio; che gli armadi sono perfetti nascondigli di carezze; che le fronde degli alberi cantano a voce bassa.