Mi mancava il mare, tanto. Livorno è splendida, accogliente e frizzante. Incasinata a palla, ma dignitosamente tranquilla. Da Calafuria a Rosignano, poi Versilia, l’entroterra pisano. In questi giorni sono stato in posti che sono “casa”, altri che lo sono diventati, altri che non avevo mai visto pur abitando da sempre in Toscana.
Credo che Google Maps ogni tanto attivi in automatico la funzione “di qui è più lunga ma di molto più bella”.
Lo so, manca ancora Carrara per la conclusione della prima trasferta marina, ma per ragioni tecniche, che non vi sto a spiegare per non tediarvi oltremodo, le pubblico oggi.
Non solo quelle del backstage ma anche tre nuove “àncore” originali, tre foto che andranno nel libro/mostra/catalogo/quelchesarà. Ci sto lavorando, devo solo capire una cosa e poi vi faccio sapere.
Il classico topos letterario del viaggio come crescita mi ha portato ad apririmi nuovi orizzonti di conoscenza, tipo ho imparato che le parole delle poesie possono ballare; che ci sono almeno cinque tipi di silenzio; che la fata turchina è punk e che è la mamma del grillo parlante; che il corpo ha bisogno del canto; che in sette pollici ci possono stare quattro vite e la storia del mondo; che il vino deve essere bianco ed il fuoco deve essere rosso.
Ed ecco le tre nuove storie ufficiali.
Spero vi piacciano.
Come al solito, fatemelo sapere, con commenti, qui o su Facebook, con messaggi privati, con segnali di fumo o baci distanti.
A presto.